Ciao Leo

Un'altra bruttissima notizia mi ha scosso in questi giorni. Leopoldo, amico vespista che alcuni di noi hanno avuto modo di conoscere, ha deciso di andarsene a soli 32 anni. Voglio ricordarlo anche attraverso queste pagine.
Buon viaggio, Leo

Commenti

  1. E' davvero tristezza... ma tu forza... mi dispiace.

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  2. Tristezza, tanta tristezza... Buon viaggio Leo...

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  3. Eppure questa volta, due righe, le voglio scrivere.
    È persino difficile scegliere da dove iniziare.
    Chi mi ha dato la triste notizia? Marco.
    Rammento come ora: s'è collegato su scàip, mi chiama, mi avvisa, sinceramente mi ha scosso poco: la mia memoria non rammenta affatto chi sia costui, Marco mi dice:"massí, ci hai parlato qui su scàip una volta, si è parlato anche di Panda". Niente: ancora .
    "senti, ti saluto, ho bisogno di stare un po' solo!"
    Glom!
    Tra me e me: credo di non aver mai sentito Marco (seppur lo conosca da poco, forse troppo poco) cosí sconvolto. Sigh.
    Nei giorni di seguito il pensiero non può essere che là e pian piano la mente fa riaffiorare alcuni frammenti della chiacchierata su scàip.
    Vado a vedere le novità di quel forum li (quello dei taglia-erba, Luca!) c'è il topic, leggo i post, leggo anche che Francesco di Colignola scrive un link che rimanda alla notizia, ahimè, leggo.
    Blablabla, nella sua libreria, blablabla.
    Ulp!
    Ma si, la libreria!
    Ma si, aveva detto, sempre quella volta su scàip, che la libreria non andava molto bene.
    Bah, da un lato la magrissima (e forse molto meno) e inutile gratifica da parte della mia memoria, di aver fatto più "luce" sul "personaggio" Leo. Perché magra? Perché, credo sia umano, piú si conosce una persona e piú si soffre per la mancanza della stessa.
    Sarà bruttissimo pensare, dire e scrivere certi "sentimenti", però sta di fatto che il vuoto, lasciato da Mattaj, non lo potevo assolutamente paragonare al vuoto lasciato da Leo.
    Giusto per chiarire a tutti coloro non sappiano le storie: sono stato di mia iniziativa a trovare Mattaj nella sua Peschici, son sempre stato ospite della sua famiglia. Poco dopo, allorché si organizzava il viaggio per lo starinsieme, Mattaj ci teneva tantissimo a viaggiare con me e Moreno. Tutto il viaggio non siamo riusciti a condividerlo, però da Recanati fino a Peschici si, era questo che contava.
    Io e Moreno, eravamo riusciti ad organizzare addirittura una settimana di vacanza a Peschici (rivelatasi poi stra-cortissima); una settimana a condividere parte della giornata con Mattaj e taluni momenti con la sua famiglia.
    Cosa posso dire di Leo, abbiam chiacchierato una serata su scàip ed è finito tutto li.
    Volente o nolente non posso paragonare i momenti condivisi!
    Eh beh, penserete voi e ora che ci hai annoiato e fatto perdere tempo fin qui, dove vuoi arrivare?
    Su un po' di calma e ci arriviamo!

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  4. Giovedì 3 ottobre, è già tardino, sono le 21 passate, oramai mentalmente sono già in paranoia per la lunga e noiosa nottata che mi aspetterà al lavoro. Ma...
    Ma si connette, sempre sul solito scàip, Marco.
    Si inizia la conversazione col solito buonasera di rito, come tra persone per bene, tono giú, pause, silenzi. Mamma mia, che tremendi silenzi. Nessuna parola, ma quanto sono eloquenti questi silenzi?
    Tanto, tantissimo, non è difficile: basta essere umani e forse un po' sensibili e si capiscono un sacco di concetti anche stando in silenzio, è incredibile ma funziona.
    Cosa capisco? Facile: Marco è sconvolto, molto piú di quanto lo sia io. Egli stesso mi dà poi conferma.
    Cosa cambia tre me e lui? Facile anche qui: ha perso due amici che sentiva molto frequentemente, viceversa di me, che fondamentalmente ne avevo perso solo uno, lui no, lui due e nel giro di pochissimo tempo.
    É inevitabile: l'argomento della chiacchierata è Leo.
    Mi racconta, mi dice quello che sa, Leo ha deciso di farla finita.
    ZAC: mi si ghiaccia il sangue.
    La parte razionale di Marco cerca di spiegarmi come sia incredibile e come possa succedere un evento simile?
    La mia parte razionale risponde che, se nella mente di un uomo, "scatta quel qualcosa" che va ad inibire quello che può essere l'amor proprio, è altrettanto razionale capire il gesto.
    Beh: concordiamo.
    Io inizio a raccontargli un episodio che mi colpí a luglio duemiladieci: un mio collega... L'emozione è troppo forte, scoppio in lacrime.
    Marco, molto elegantemente si limita a dirmi "ah si il tuo collega" e resta in silenzio, ripeto, elegantemente, non ha proferito parola, né di incoraggiamento, né di critica, né di nient'altro.
    Un altro silenzio, ma quanto era eloquente questo secondo silenzio?
    Mi sono ripreso, con qualche difficoltà, volevo a tutti i costi raccontargli che il mio collega prese la stessa decisione.
    Eh no cavoli, possibile?
    È mai possibile decidere di farla finita?
    Uno a soli trentadue anni, l'altro a quarantotto.
    Eppure, in quel "qualcosa che scatta" nella mente di un uomo, c'è un particolare che non quadra!
    Una cosa è certa, per i famigliari, i conoscenti e i "vicini" resta un amaro non quantificabile.
    Un amaro che mi è aumentato, forse per la similitudine degli eventi.
    E ora? Guardiamo avanti!
    Peppo.

    P.S.: Marco, quella sera, ho timbrato alle 22.00!

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  5. E' sempre difficile capire le motivazioni, la sofferenza, quello che sta dietro a tali gesti... poi in un attimo tutto finisce! eppure non finisce ma si amplifica la sofferenza dei familiari e degli amici... forse pensare a questo, potrebbe fermarli... ma forse in quei momenti non si pensa più a niente :-(
    Marco e Peppo, mi dispiace... forza...

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