11.09.2016 - Valle d'Ayas

Leggendari al Lago di Villa




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Missione compiuta! Dopo mesi di attesa possiamo dirlo. Finalmente abbiamo portato a compimento l'intenzione di andare a trovare il nostro Francesco, che da tempo ci aveva invitato a tornare nella sua Valle d'Aosta.
A luglio un funesto colpo di maltempo aveva fatto saltare i nostri piani; settembre, con un clima tipico di luglio, ci ha messo una pezza e così la gita ha avuto luogo.
E che gita! Francesco ci ha ospitato in un posto senza eguali, ha organizzato una eccellente grigliata e davvero non ha lasciato nulla al caso.
Personalmente sentivo l'urgenza di individuare una domenica nel corso di settembre, con la consapevolezza che il tempo non sarebbe stato clemente a lungo. E così la seconda domenica di settembre è la data eletta. Purtroppo non tutti riescono ad essere liberi per questa domenica: si cercherà di rimediare, ma intanto questa giornata è stata spesa nel migliore dei modi.
Ritrovi di primo mattino, sparsi qua e là, per riunirci tutti a Vercelli alle otto e trenta. Per arrivare lì, lunghi rettilinei fra le risaie. E molti altri ci attendono. Ma sappiamo che questo affanno sarà ricompensato dai bei paesaggi della Valle.
Arriviamo dopo le 11 a Verrés, dove troviamo Francesco ad attenderci.


Da qui parte la salita per la Val d'Ayas, vera destinazione della nostra giornata. Dal centro di Verrès, la strade sale immediatamente, ripiegandosi su una serie di tornanti; attraversiamo diversi piccoli centri, disposti lungo questa valle, che si mantiene ampia e luminosa sino alla cima. È questa una delle due valli valdostante che trovano origine presso le pendici del Monte Rosa: la Valle d'Ayas a nord e, più a sud, la valle del Lys, la cui località più famosa è Gressoney-Saint-Jean.


Percorrendo la Val d'Ayas


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Il massiccio del rosa domina il territorio del comune di Ayas, frazionato in un gran numero di piccoli centri; da Verrès, percorriamo circa trenta chilometri per giungere a Champoluc, frazione assai nota e centro turistico più importante della Valle.
Qui si toccano culture diverse: come nel resto della Valle d'Aosta, la tradizione francofona è giunta fino ai nostri giorni, come è ben evidente nella toponomastica; essendo nel comprensorio del Rosa, tuttavia, è rilevante anche il radicamento della tradizione Walser, come nell'adiacente Valsesia; nel contempo, è forte il senso di appartenenza all'Italia, già espresso dalla volontà popolare all'indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Francesco ci conduce nella parte terminale della valle, al limitare dell'abitato di Champoluc, dove si apre una grande pineta, attrezzata con tavoli, griglie e fontane. I suoi genitori, come lui gentilissimi e disponibili, hanno custodito l'area in attesa del nostro arrivo.
Il posto è splendido: due grosse griglie fumanti, tavoli ricavanti da grandi tronchi, una fontana con acqua freschissima immediatamente impiegata come frigorifero. L'antipasto preparato da Francesco è tipico e delizioso: fontina, moccetta e lardo di Arnad (un paese sulla direttrice per Aosta, poco prima di Verrès), grissini e crostini.


Grigliata in progress



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E il meglio deve ancora venire: Francesco si adopera subito alla griglia, supportato dai nostri fuochisti d'esperienza; in breve tempo sul fuoco trovano posto braciole, costine e ottimi spiedini.
Io devo fare i conti col mal di stomaco che mi perseguita dal risveglio e devo così rinunciare a gran parte di queste prelibatezze; ma tutti restano più che soddisfatti: carne squisita e in abbondanza!
Dopo il pranzo è il momento di torte e candeline: il LeggenDario ha compiuto gli anni sabato e quindi è doveroso festeggiare. Prodigiose rotazioni delle candeline creano qualche incertezza: ma gli anni saranno 35 oppure 53?
Così, sotto al maestoso spettacolo del grande ghiacciaio di Verra, che luccica fra le vette del Rosa, si compie questa prima parte del nostro giro. Ma Francesco ha ancora qualche sorpresa in serbo...
Ci propone infatti una piccola deviazione lungo la discesa verso il fondovalle; nei pressi di Challand-Saint-Victor, impegniamo una stradina secondaria, che nel giro di qualche centinaio di metri ci conduce ad uno spiazzo. Un camminamento lastricato si inoltra nel bosco, portandoci sulle rive del Lago di Villa: è questo un piccolo lago palustre, immerso nel verde e in una quiete rara, invero interrotta, come prevedibile, dal chiassoso ma pacifico gruppo dei Leggendari.


Merenda sul lago di Villa



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Una grossa zolla di terra, coperta da alti giunchi, attira la nostra attenzione: essa galleggia sull'acqua e si sposta con movimenti ben visibili, accompagnata da un vento leggero.
Qui consumiamo la merenda: due grosse teglie di tiramisù preparate ancora da Francesco. Buonissimo anche questo... e non me lo sono fatto scappare, in barba alla gastrite messa in fuga anche grazie ai consigli del papà di Francesco, medico in pensione, al quale va tutta la mia gratitudine.



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È già pomeriggio inoltrato ma, forti della carica fornita dall'ottimo dolce, ci concediamo un'altra divagazione. Non lontano da qui vi è una piccola cascata, raggiungibile dopo una mezz'ora di cammino, dalla strada che conduce all'abitato di Isollaz.
La cascata è originata da torrente Evançon, che scende dal Monte Rosa ed attraversa la valle d'Ayas; esso raccoglie le acque dallo scioglimento dei ghiacciai, pertanto durante il periodo estivo la sua portata aumenta sensibilmente. Questo ci permette di godere dello spettacolo della cascata nel pieno della sua forma: un salto di circa 50 metri, dalla roccia scavata nei secoli da un getto affilato.
Il sentiero che conduce alla cascata è piuttosto ripido, ma facilmente praticabile. Lungo il percorso incontriamo il rudere di un vecchio camion verde, che precipitò nella scarpata svariati anni fa e non fu mai rimosso.


Cascata di Isollaz


.Approfittiamo per qualche foto presso la cascata, quindi affrontiamo la salita, consci che questa volta, sul serio, dovremo prendere la via del rientro.
Scendiamo a Verrès e, dopo un rifornimento un po' difficile, salutiamo Francesco, grati per la giornata bellissima trascorsa insieme e per l'organizzazione a dir poco perfetta.
Potremo mai sdebitarci adeguatamente? La competizione con simili luoghi ci metterebbe in seria difficoltà, per cui immagino che preferiremo tornare in Val d'Aosta.
Il rientro è lungo e certamente meno entusiasmante dell'andata: i lunghi rettilinei ora sono al buio, nell'aria densa ed umida di una sera ancora pienamente estiva. Costellazioni di insetti si abbattono sul casco ed in fondo accrescono la voglia di rientrare nei box. Anzi, no, di tornare in Valle!
Grazie di tutto Francesco, torneremo presto a farti visita!


Link alla galleria fotografica

Commenti

  1. Non potete immaginare quanto piacere mi abbia fatto dopo tanta attesa e tanti progetti riuscire a passare questa giornata insieme...io ho fatto del mio meglio per l'organizzazione, ma come al solito ciò che fa la differenza è la compagnia! Grazie a tutti per i tanti km fatti per venire a trovarmi e a prestissimo! ;-)

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  2. Grazie Francesco per quello che hai fatto e x averci ospitati in posti bellissimi ,un sentito ringraziamento anche ai tuoi genitori,a presto.

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  3. VERAMENTE USCITA CURATA NEI MINIMI DETTAGLI DAL SUPERLATIVO fRANCESCO, IL GRUPPO COME AL SOLITO HA RISPOSTO ALLA GRANDE GRAN BELLA SGROPPATA...

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    1. Francesco grazie di tutto fantastica giornata 😊 settembrina con rientro in notturna ci si vede a novegro

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  4. Marco il tuo racconto rende sempre onore alla bella giornata trascorsa in buona compagnia e luoghi speciali :)
    Francesco grazie ancora per la tua disponibilità, per l'accurata organizzazione e per l'ottimo tiramisù ;)

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