L'acqua della Val Bognanco

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L'Ossola si compone di una vasta costellazione di valli, diremmo laterali, che si innestano sulla principale come petali di un fiore. La vasta piana di Domodossola risulta così incorniciata dai monti, intercalati da vallate più o meno estese.

Nella mia carriera vespistica ritengo di averle visitate un po' tutte. Alcune innumerevoli volte. Ma ne mancava una: la Val Bognanco.

Eppure dalle mie parti - nel bel mezzo della pianura ad ovest di Milano - Bognanco è sempre stata una località rinomata: negli anni del boom economico una gita a Bognanco aveva il sapore di un viaggio da belle époque, di autentica villeggiatura curativa, anche in virtù delle proprietà diuretiche e depurative delle acque delle sue fonti termali.

La valle s'apre esattamente a ovest di Domodossola, confinando a sud con la valle Antrona e a nord con la val Divedro; a ovest è il canton Vallese, terra elvetica di lingua tedesca.
Il territorio della valle è interamente occupato dal comune di Bognanco, diviso in numerose frazioni. 

La nostra gita in Val Bognanco è in una bella domenica di fine agosto; il tipico caldo afoso che interessa l'area di Domodossola rende ancora più stimolante la salita verso Bognanco. Nel giro di pochi chilometri siamo già in località Fonti.
È questa la sede della Bognanco turistica: ancor oggi vi sorge uno stabilimento termale, ma la sensazione immediata è essere visitatori di un luogo che ha vissuto grandi fasti, per poi incontrare una inesorabile decadenza.
Oggi infatti buona parte delle strutture risultano chiuse; tuttavia il centro termale e la piscina risultano attivi.

Il padiglione principale è oggi intitolato a Carlo Angela, padre di Piero - scomparso di recente - e per alcuni anni medico condotto di Bognanco. Qui è possibile assaggiare le acque di tre diverse fonti: l'Ausonia, la San Lorenzo e la Gaudenziana.
Vi è anche un piccolo spazio museale, con l'esposizione di fotografie storiche, manifesti pubblicitari e bottiglie in vetro di varie epoche.
Pare così di rivedere il piazzale gremito di vetture d'epoca, scooter, financo qualche corriera; le cabine della vecchia funivia che scorrono sui cavi; ed un gran viavai di villeggianti: ora famiglie borghesi d'anteguerra, ora avventori di ogni estrazione negli anni del boom economico. Immagini di un turismo che non c'è più e che appare irripetibile.

Ma Bognanco non finisce presso la frazione Fonti: salendo si incontrano diverse località, la più rimarcabile delle quali è San Lorenzo, che è sede parrocchiale. Salendo ulteriormente si può giungere sino all'oratorio di San Bernardo, presso il quale vi è una grande area pic-nic. Pare strano, ma questo luogo - isolato e stupendo - non dista che meno di sei chilometri, in linea d'aria, dalla strada del Sempione e dalla dogana italiana di Varzo.

Ci ripromettiamo di tornare qui l'anno prossimo per un bel pic-nic: il clima è idealmente fresco, il luogo è straordinariamente tranquillo. Siamo a circa milleseicento metri di quota e da qui è facile raggiungere, dopo una breve camminata, alcuni laghetti alpini.

Come sempre accade, non vorremmo lasciare questi posti, specie col pensiero di dover tornare a valle, ritrovando traffico  e canicola. Ma siamo costretti!

Riattraversiamo così l'Ossola, in direzione lago Maggiore, che costeggiamo anche al rientro, come era stato già all'andata.

Alla prossima!















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