2-6.08.2014 - Leggendari in Toscana, secondo Peppo

Da 3 agosto 2014 - Raduno di Rosignano Marittimo (LI)

Da tempo avevo maturato la decisione di andare a Rosignano col Bagigio, non c’era un motivo vero, però mi sarebbe piaciuto portarla davanti a “zia Piaggio”.
Ero consapevole che non fosse sufficiente la mia solita preparazione “soft”, ovvero sia il pieno di miscela al due, in questo caso erano necessarie un paio di sostituzioni quali la sella, il cavalletto e l’installazione del portapacchi.
Venerdì era la giornata giusta per procedere, in parte temevo per la sella, la quale invece è stata la manovra più rapida, qualche noia invece proviene dal cavalletto, che non solo si rivela essere altissimo ma anche durissimo da manovrare.
Il portapacchi è il meno dei mali, la sua installazione è un lavoro rapido, con tanto di “plastichine” salva-bordo scudo, provenienti da una protezione del polo positivo di una batteria.
La fascia scudo del VESPA LEGEND TEAM all’uopo l’ho messa posteriormente sulla ruota di scorta, non sta affatto male, anzi!
Questa volta niente pieno: il serbatoio è poco oltre la metà e quello del Bagigio è di modesta capienza, così non avrebbe alcun senso mettere meno di due litri di miscela.



I bagagli li accomodo direttamente il sabato mattina, qualche minuto prima della partenza: borsone, ragnetto elastico, foto di rito al conta-strada che indica duemilaottocentoottantadue “bagigiòmetri” e via si parte.
La mia prima meta, oramai come fosse tradizione, è raggiungere Robecco la dove tutta la famiglia di Marco saluta e augura buon viaggio ai due Bagigi in partenza.
Prossima meta è un benzinaio di Vigevano dove aspetteremo il solo equipaggio del Presidente, quest’anno ahinoi il gruppetto è magro, ci sono assenze importanti.
Nell’attesa siamo circondati da uno sciame di insetti, non vedo l’ora di ripartire!
La mia terza meta è Mortara, dove con sorpresa giungono la coppia Felice-Morena con figlia al seguito conducente di una T5 bianca.
Arrivano con le tute anti-pioggia e ci raccontano che hanno preso tanta acqua.
Due chiacchiere, via le tute, si è li per partire ma attimi di spavento agitano i nostri animi: Morena, per evitare di urtarmi più violentemente si adagia su un fianco, colpa del comando della frizione non prettamente morbido, complice la leva di tipo sportivo di uno scomodo che metà basta, per farla breve, la frizione non era ben disinnestata e con l’inserimento della prima marcia la T5 ha iniziato a muoversi, il fatto più eroico da segnalare è che Morena si è adagiata sul fianco destro comunque mantenendo la Vespa sollevata dall’asfalto per non rovinarla! Congratulazioni!
Accertati tutti che non fosse successo niente di grave, sta volta si parte.
La prima sosta arriva prestissimo, Felice deve rifornire la sua Vespa e la T5.
Il viaggio procede tranquillo, meglio così, almeno non devo strapazzare a fondo il Bagigio, che nonostante i suoi centoquarantacinque centimetri cubici, non spicca per la velocità di punta, in compenso, una volta inserita la quarta, la si toglie a destinazione, comoda!
La sosta successiva ha luogo in un paesino ligure, colazione al bar, sponsorizzata da Felice.
Grazie Felix. Usciti dal bar richiamo l’attenzione di Felice dicendogli “senti che violino”, lui prontamente accende la sua Vespa, sgasa e mi dice “senti che trombone!” Ahahahah
Si riprende il viaggio, con cambio di conducente sul T5, prende il comando Anita e contro ogni mia personalissima logica, Felice impone alla figlia di portarsi la madre, ma la ragazza ha “stoffa” e guida alla grande se non erro fino alla Scoffera, dove la T5 avrà un ulteriore cambio di conducente; Scoffera, che come giustamente ha detto il nostro Presidente, abbiamo vissuto in bianco e nero per via del tempo alquanto nuvoloso.
Una sosta rapidissima al Bracco, tempo per immortalare il Team e si riparte.
Marco inizia a tirare, okay, ha deciso di scattare le foto mentre si percorre la strada.
Inizio a tirare anche io, anche io voglio scattare delle foto.
Trovo una stradina in salita a destra, su al volo, il tempo di girarmi, togliermi i guanti, spegnere il motore, nooooo accidenti li sento arrivare, in una frazione di secondo devo estrarre il telefono, sbloccarlo, aprire l’app della fotocamera e scattare le foto, arrivano Morena col T5, Giorgio e Sandra, chiudono il terzetto Felice e Anita, riesco a immortalare il gruppetto con sette foto a dir poco stupende.
Poco dopo inizia la parte di viaggio che soffro maggiormente: la zona di Massa è troppo trafficata per i miei gusti, anche la tipologia di strada, non mi piace, la trovo noiosa e stancante, per giunta in questa zona perdo la vite che fissa la freccia anteriore sinistra, il presidente provvede immediatamente.
Dopo trecentosessantotto Bagigiòmetri arriviamo all’agriturismo di Colignola, che sarà sede del “quartier generale” del Vespa Legend Team che già ospita Luca e Laura.
Qualche minuto per la registrazione dei nostri dati da parte della direzione, mi tocca la camera numero due, al primo piano, tempo per la sistemazione dei bagagli, una doccia rinfrescante e si va tutti da Francesco, c’è anche Giorgio, poi si fanno quattro passi a piedi per giungere in un locale per cenare. Locale che per così dire è un po’ disorganizzato: un’attesa infinita per avere da mangiare e non solo, le pietanze portate un po’ a caso, i secondi prima dei primi, a qualcuno arrivano due pietanze contemporaneamente, bah, lascia un po’ a desiderare.
Le chiacchiere e le discussioni non mancano, verso fine serata, mi colpisce in particolare, un argomento pseudo-politico tra Felice e Francesco.
La mezzanotte è passata, i chilometri sono stati tanti, le ore di viaggio pure, l’indomani, no no, quale domani, più tardi ci si deve alzare prestino, è l’ora di andare tutti a nanna, ma, sarà il cambio di letto, il cambio di luogo, sento tutti i rumori e fatico a prender sonno, so già che non sarà bello per il raduno.


Da 3 agosto 2014 - Raduno di Rosignano Marittimo (LI)

Il mattino seguente, mi alzo non proprio lucidissimo, ho dormito male e poco, uff.
Colazione con due fette di torta, un bicchiere di succo, si va dal Don, ci aspetta Fabio che ha portano la cinquantenne viennebì, che Marco tanto tiene a portarla dove è nata mezzo secolo prima.
Via tutti a fare il pieno per poi dirigerci verso Rosignano marittimo per raggiungere il raduno.
Fortunatamente al nostro arrivo non sono ancora arrivati tutti, così ci accomodiamo coi nostri mezzi tutti in fila sulla destra.
Mi metto a cercare “Italo”, non posso credere che non ci sia, lo trovo, una pacca sulla spalla, si gira e con un gran sorriso da parte di entrambi, senza proferir parola, l’abbraccio.
Caspiterina, era un anno che non ci si vedeva, da Rosignano ‘13, due chiacchiere, il mio mal di testa ha il sopravvento, Italo con una rapidità sorprendente mi trova una bustina di non so cosa sia, è tanto il fastidio che la butto giù al volo, con tanto di pasticcino per togliere il sapore della polvere anti-dolore.
Italo vuole offrirmi a tutti i costi un caffè, dovrà portar pazienza: prima la burocrazia dell’iscrizione, poi una visita alla bancarella dei ricambi e poi niente più ci trattiene, che caffè sia, poi il saluto, deve raggiungere la moglie.
Tutti in sella, si parte per il giro turistico con meta in un locale per l’aperitivo, tutto regolare, solo “due gocce di bel tempo” intimoriscono taluni che si fermano per mettersi le tute anti-pioggia, ma non ne vale assolutamente la pena.


Da 3 agosto 2014 - Raduno di Rosignano Marittimo (LI)

Arrivati a destinazione, mentre la ressa si accalca per bere e mangiucchiare qualcosa, io ne approfitto per ammirare le Vespe, quest’anno ho praticamente guardato solo le ruote da otto pollici, soprattutto l’unica VB1 presente e forzosamente una Primavera arancione conservata, della quale il proprietario mi racconta la storia delle solite idiozie italiote in merito ad enti preposti per le pratiche burocratiche che però pullulano di un’ignoranza vergognosa.
Si prosegue col giro turistico per poi tornare al luogo di partenza per il pranzo.
Sistemiamo i nostri mezzi in modo da poterli vedere da sotto il tendone allestito per il nutrimento.

Approfitto per scattare qualche foto alla tavolata del Vespa Legend Team con vari filtri di un’applicazione scaricata recentemente.


Da 3 agosto 2014 - Raduno di Rosignano Marittimo (LI)

Qualche foto alla premiata Anita per essere la vespista più lontana.
Una sola foto a Felice per il Club più lontano, accidenti avevo finito la memoria a disposizione.
Per il ritiro del gadget di presenza al raduno da parte del Vespa Legend Team, mandano me, non è che ci tenga tanto, però senza far storie mi dirigo presso gli organizzatori, a ritirare il gadget saremo io e Marco a rappresentare il nostro Team.
Verso fine del pranzo una scena memorabile, si avvicina a me un Vespista ignoto, mai visto prima, che vuole rifilarmi la toppa del suo club, io molto semplicemente rispondo “non saprei cosa farmene”.
Di li a poco Felice, la simpaticissima Morena e Anita col suo T5 partiranno, loro, ahinoi, devono già rientrare, ne approfitto per immortalare la partenza, meno male che avevo recuperato dello spazio in memoria.
Quando il Team decide di partire, è il meteo che non vuole, un signor acquazzone vien giù pochi istanti prima di metterci in sella, così, restiamo sotto al tendone in attesa che si calmi; questa pioggia “battezza” il  mio Bagigio, la prima che prende in mano mia, che sia anche la prima della sua vita?
Una volta cessata la pioggia, ci si dirige a Pontedera: Marco deve fotografare la viennebì davanti a “mamma Piaggio” mentre io devo fotografare il Bagigio davanti a “zia Piaggio”.
Da parte di Marco non sarà un’impresa facile, Luca ha parcheggiato l’arcobaleno celeste, proprio davanti alla viennebì. Immortalati i mezzi si torna a Colignola, verso la fine del viaggio, Marco mi fa provare le ruote da otto pollici, che per i primi cento metri trovo alquanto strane, avrei voluto dirgli che ognuno si riprendesse i suoi mezzi, ma lui ha già dato due “celeroni” ed è avanti parecchiotto, io mi ritrovo con sta Vespa cinquantenne, che trovo strana ma non saprei nemmeno spiegare il motivo, forse l’estrema maneggevolezza, forse il fatto che mi sembra con l’avantreno molto più basso, il fischio della trasmissione si sente terribilmente, i comandi sono talmente morbidi da sembrare scollegati, il motore pronto ed estremamente elastico, circa come il Bagigio, la frenata potente e decisa, chi è che dice che le ruote da otto non frenano?
Un’altra impressione quasi anomala è che avevo la sensazione di essere fermo mentre il tachimetro indicava oltre sessanta chilometri orari.
Dalla quarta devo scalare per svoltare, non appena premo la frizione il motore scende al regime minimo, iniziano a farsi sentire le cicale, che non essendo io abituato alla loro presenza, al momento mi prendono un po’ alla sprovvista, quasi mi spavento, invece è tutto assolutamente regolare.
Tutt’ora non saprei dire se mi piaccia una Vespa con ruote da otto oppure no.
Fabio deve rientrare, quindi mi presto per dare una mano al carico della viennebì sulla sua vettura, i saluti gli auguri di buon viaggio e un’altra parte di Team ci lascia.
Doccia, rilassamento, e preparazione, più che altro psicologica, per la cena, per questa sera si sceglie un locale, l’officina della pizza coi nomi di utensili da officina, io scelgo la “piede di porco”, nome che, non ho ancora capito perché, è stato deriso, bah…
Gustosa, saporita, veramente buona, io di solito ho da ridire delle pizze, ma questa merita veramente, bravi.
Dopo la pizzata, una chiacchierata tranquilla in piazza, io e Giorgio si parla di Bagigi, di motori, di bilanciamento degli alberi motore, di cilindri e filosofie di elaborazioni.

La sera, sta volta, causa stanchezza del giorno precedente e stanchezza del raduno, credo di addormentarmi in pochissimo tempo, ma soffro ancora del cambiamento del letto e fatico lo stesso ad addormentarmi.

Il lunedì mattina ci si alza prestino, voglio partecipare alla celebrazione della messa in suffragio di Matteo e Leopoldo, colazione di rito, a messa andiamo solo io e Laura, Marco è già li.
Poco dopo, ritrovo dal Don, la passione che Marco mette nei confronti del mio Bagigio è tale, per fortuna, che si accorge che ho perso il dado che tiene l’ammortizzatore, si cerca un dado, non si trova, Luca impiega meno di due minuti tra la messa in moto del suo arcobaleno, una partenza fulminea e il ritorno con cinque dadi da dieci in tasca, grazie Luca e che sveltezza!
La meta di questa mattina è Marina di Pisa, erroneamente credevo fosse più vicina, poco male, si arriva si parcheggia, le coppie Luca-Laura e Giorgio-Sandra vanno al mare, io decido di farmi una passeggiata per il paese, Marco anche, si arriva fino in fondo al paese, caspita, ma siamo così lontani? Non sembrava!
Ci si ferma ad ammirare una Mehari che ha vissuto tempi più felici, ci si ferma ad ammirare un campanile a vela, quanto adoro i campanili, soprattutto se “poveri”.
Strada facendo, si fa un salto alla Coop, una bibita dissetante e un pacco di tovaglioli, si riveleranno ottimi da tenere nel contain… ehmm bauletto, da usare come stracci, del resto per questo viaggio sono stato un disastro col flacone dell’olio per miscela che continuava a cadere imbrattando il vano sinistro del Bagigio e mi imbrattavo io stesso ad ogni rifornimento.
Si decide di pranzare in un piccolo locale a Marina di Pisa, io prendo degli ottimi spaghetti con le arselle, un buon gelato abbondante quindi si procede verso piazza dei Miracoli, strada facendo ci si Ferma a San Piero in Grado per ammirare la Basilica, decisamente da visitare!
Arrivati a Pisa centro è d’obbligo un giro di acquisti dal Ghelardi dal quale compro ben due cavi del gas di tipo svedese e due lampadine alogene, un tentativo di frecce CEV bianche, non va a buon fine.
Diventerà celebre il primo scherzetto di Luca al nostro Presidente che, mentre allunga le mani verso il getto di acqua di una fontana, Luca, chiudendo il foro di un secondo getto, ne modifica la  parabola del primo e in pratica il Presidente resta “all’asciutto”; a me scendono le lacrime dal ridere.
Celebre diventerà anche la mia spremitura della bottiglietta di acqua, dalla quale sta bevendo Laura, dopo l’ennesima provocazione, questo comporta che gli vada aria e acqua dappertutto, nel naso e mandando in tilt l’epiglottide.
Si rientra verso Colignola, spesa al negozietto del paese e si cena tutti insieme a casa del Don, io mi sbafo l’insalata di polpo e un pezzo di pecorino, veramente buoni.
Giorgio si è presentato con la Sprint Veloce, vuole vedere le varie caratteristiche e differenze a fianco ai due Bagigi; dopo cena, si va a prendere il gelato, io e Giorgio ci scambiamo i mezzi, potevo rinunciare al collaudo di una SV? Del tutto simile al mio mezzo, cambia leggermente l’erogazione, tira un pizzico meno ai bassi e allunga un pizzico di più agli alti, nonostante questa lieve differenza anche la SV è una Vespa che metti la quarta e la togli all’arrivo.
Terza dormita in agriturismo, oramai mi sono ambientato, questa volta mi addormento in un baleno.


Da 2-6 agosto 2014 - Leggendari in Toscana
Martedì mattina ci si alza un pizzico più tardi a tutto favore del riposo, che in effetti ci vuole.
Colazione e si parte per un giro turistico verso sud.
Il viaggio è parzialmente ostacolato dal meteo, al punto che ci costringe ad indossare le tute.
Per fortuna non è stata fortissima la pioggia e non è nemmeno durata a lungo.
Solo una decerebrata con un trabiccolo che in fiat han avuto il coraggio di chiamare Panda, ci guasta un poco le feste, tagliando la strada in maniera netta a Luca.
Io un po’ mi sono spaventato, ho sentito urlare molto forte Luca, torno indietro, temevo fosse successo qualcosa di brutto, fortunatamente no, ma certa gente meriterebbe solo di essere trasformata in scaglie piccole!
Ci fermiamo in una località con un panorama mozzafiato, una leggera brezza, si approfitta per pranzare con pane e prosciutto, io avevo ancora nel bauletto il miele del raduno che ce lo mangiamo spalmato sul pane, una delizia.
Il nostro giro turistico prosegue e arriviamo nel borgo di Casale Marittimo, un incanto, tenuto in modo eccellente, pavimentazione di sasso, case di sasso, piccole e vicine, stradine e vicoli stretti, ogni angolo di questo borgo è caratteristico e carino allo stesso modo.
Nella piazza centrale ci si ferma a un bar, piazza con una chiesuola piccina anche lei con campanile a vela, molto carina anche al suo interno.
Mentre Luca e Marco parlano di vr, un ragazzo del bar si introduce nel discorso, è su vr anche lui.
Via da questo splendido borgo ci si dirige verso Bolgheri, si passeggia per le vie, carino si, ma assolutamente da non paragonare a Casale, tutta un’altra armonia, altre strade, asfaltate, altre case, un altro stile proprio.
Uscendo da Bolgheri apprezzabilissimo il viale coi cipressi, Marco resta ultimo per scattarci delle foto, io gli chiedo di fermarsi e darmi la macchina, non trovo assolutamente giusto che lui si adoperi per avere delle foto ricordo con tutti presenti eccetto lui, quindi, mi passa la macchina e scatto delle foto in modo che sia presente anche lui!
Una volta al nostro quartiere generale, ci si riposa un poco, ci si rinfresca poi si decide per la cena, non facile, sono un po’ tutti chiusi, per fortuna è agosto.
Si sceglie un ristorante poco distante ben organizzato e dai piatti gustosi.
Una volta usciti, Giorgio ha l’ultima possibilità di mettersi alla guida del mio mezzo, glielo cedo volentieri, io prendo il suo duecento che nonostante la potenza superiore, non mi permette di stare dietro alle sue andature, l’ho praticamente visto schizzar via nel buio della sera.
Si fa un salto presso la chiesa dove l’anno scorso ho potuto strimpellare con l’harmonium.
Si torna a Colignola, si chiacchiera a lungo, soprattutto io Marco e Giorgio, arrivata una buon’ora Marco ci saluta, io e Giorgio restiamo ancora, ci si saluta ma si resta fino al punto che gli dico “io vado altrimenti tiriamo le sei del mattino”.
Questa sarà l’ultima notte da trascorrere in agriturismo, do direttamente una sistemata ai bagagli, al mattino è probabile che io mi alzi mezzo stordito e non avrò sicuramente voglia e testa per riordinare. Quindi mi sistemo poi mi addormento.

La mattina mi sveglio, è un risveglio con l’amaro, è finito tutto, è il momento di ripartire.
Colazione, celebrazione del rito del pagamento, qui una sorpresa molto carina, il gestore dell’agriturismo ci fa lo sconto, rende un po’ meno amara la partenza.
Si sistemano i bagagli sui vari mezzi e via, si va.
Quattro equipaggi: Luca - Laura, Presidente - Sandra, Marco e me.
Il primo tratto del viaggio è quello che io odio maggiormente, in zona di Massa ci si ferma per una bibita, qui scopriamo che Sandra è una frequentatrice abituale del bar (ma quanto ridere ci siam fatti?)
In un giro di strade, rischio anche un grosso tamponamento, per fortuna risoltosi con un leggero graffio, che si nota poco, al parafango anteriore del Bagigio.
Fondamentalmente la nostra meta è Pontremoli, il nostro Presidente ci porterà in un’ottima trattoria.
Fuori dalla trattoria, ci fa visita un simpatico ragazzo marocchino ma che parla spagnolo, che cerca di venderci qualcosa, Sandra e Laura prendono due braccialettini, due chiacchiere e in fine mi colpisce che questo ragazzo si scusa.
Nel frattempo il cielo è diventato nero, un po’ ci preoccupa, fortunatamente, percorrendo la strada che ci porterà in cima al Passo della Cisa, il “nero” devia verso est, risparmiandoci eventuali diluvi.
La strada della Cisa non l’avevo mai percorsa, è carina, curve, panorami, salite, da guidare, insomma le strade che piacciono a me. Man mano che si sale di quota, di apprezza anche la frescura, del resto, in cima sono mille e quarantun metri, ci sta che sia bel fresco.
Il Presidente mi dice “vieni con me, ti porto a vedere una cosa” precisamente la “porta toscana della via Francigena” assolutamente voglio una foto li sotto.
Salgo anche fino alla chiesa a Nostra Signora della Guardia, merita, molto carina, due foto di rito e si scende, qua incontriamo due ragazzi di Saronno, in bicicletta, stanno andando a Roma, non sono nemmeno biciclette normali, sono con “scatto fisso”, gasp!
Si percorre la strada verso Fornovo val di Taro, che è più o meno come la salita con l’aggravante che durante il percorso non è difficile incontrare “costoloni” longitudinali, tipici di leggerissimi princìpi di franamento, con le ruote da dieci pollici della Vespa, c’è da stare attenti, io ad esempio, sottovalutando quanto fosse stretta una curva a destra, con l’aggiunta di questi costoloni, mi sono ritrovato a percorrere mezza curva contromano, per fortuna non c’erano veicoli nel verso opposto. 
Scesi dalla Cisa la tappa bibita è d’obbligo, lasciati alle nostre spalle i mille metri di quota, qui è molto caldo, ci si toglie i giubbotti, si procede in maglietta.
Per il resto c’è poco da segnalare: Fornovo, Fidenza, Alseno, Fiorenzuola, altra tappa.
Poco dopo la tappa, c’è da segnalare che un insetto, molto probabilmente un’Ape selvatica, mi punge sul collo, un dolore allucinante, il Presidente si accorge che mi sto tenendo il collo, ci fermiamo, “Santa Sandra” ha una di quelle pennette dopo puntura, si attenua un po’ il dolore.
Sandra in questo raduno è stata dispensatrice di salviettine umidificate, fazzoletti, se non ci fossi tu, cosa faremmo?
Si riparte, Pontenure, Piacenza, San Nicolò, Rottofreno, più o meno in questa zona, altra sosta, per l’ultimo rifornimento di questa avventura. Non proprio economico il benzinaio vero?
Sarmato, Castel san Giovanni, mi sembra di essere a casa, conosco bene queste località, eppure manca ancora molto tempo per essere realmente a casa.
Pieve Porto Morone, Corteolona, Belgioioso, Pavia.
A Pavia io saluto tutti e taglio per la strada che mi porta alla Certosa, magari allungo un po’, è vero che sarò solo, ma conosco benissimo la strada e a quest’ora, con la stanchezza preferisco percorrere una strada nota, sono più tranquillo e non escludo che sia leggermente più veloce.
Quindi Certosa, Casarile, Binasco, Zibido, pausa chiappe e telefonata a casa.
Trezzano, tangenziale e finalmente giungo a casa.
Foto al Bagigio, al conta-strada, il quale indica millecentonovantasei chilometri in più di venerdì sera.
Nell’arco di un’oretta mi giungono i messaggi dei vari arrivi a destinazione, molto bene.
Missione compiuta!

Ringraziamenti:
- tutto il Vespa Legend Team
- Felice e famiglia
- Francesco
- Giorgio
- Italo
- Agriturismo La Pisana
- il Vespa Club Livorno




Galleria fotografica del raduno:



Galleria fotografica del viaggio:







Commenti

  1. Bravo Peppoooooo- VESPA-LEGEND-TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM-- VESPA-LEGEND-TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM-- VESPA-LEGEND-TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM-- VESPA-LEGEND-TEAM-VESPA-LEGEND-TEAM-- VESPA-LEGEND-TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM---VESPA-LEGEND-TEAM-- VESPA-LEGEND-TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM---TEAM- VESPA-LEGEND-TEAM--

    RispondiElimina
  2. Bel racconto Peppo! Bravo :-) tranne per lo scherzo dell'acqua... è in elaborazione il mio...

    RispondiElimina
  3. Viva il raduno di Rosignano, viva il VLT!
    Bravo Peppo. Anch'io sto ultimando il mio... Tre autori per un viaggio ;-)

    RispondiElimina

Posta un commento

Cosa ne pensi? Inserisci un commento!

Post popolari in questo blog

Pollino ed il Verbano dall'alto

7.08.2018 - Colle del Nivolet