Ma che Pasquetta...
Ieri un messaggio su whatsapp avvisava il gruppo che oggi
l’incontro sarebbe stato al Tamoil di Vigevano alle 13.30.
Uff: troppo presto per me, tutto sommato io ho un’oretta di
strada per giungere a Vigevano e “fu così” che l’appuntamento è stato ritardato
di mezz’ora.
Verso mezzogiorno e mezzo inizio a prepararmi, ho sempre il
timore di dimenticare qualcosa.
Giubbotto, felpa, fascia, telecamera, portafoglio, venti
euro, telefono chiavi di casa e le chiavi del Bagigio: perfetto c’è tutto.
Ero pronto che mancavano circa dieci minuti alle tredici,
decido di partire, almeno evito di far tardi o peggio ancora, di tirare per non
far tardi.
La miscela era già pronta dal giorno prima, buono, un
fastidio in meno.
Messo in moto il cinquantasette quadro, parto, un saluto
alla mamma che scruta dal balcone e via, si parte.
Il cielo oggi è strepitoso, di un azzurro come poche volte
si vede, però che freddo, l’aria è veramente fredda!
Sul viale dei fontanili do un’occhiata al contastrada, che
strano, oggi il mio polso è generoso, si è stabilizzato in posizione
eptadecimale, mah.
Passo Cornaredo, passo Bareggio, poi Vittuone, Corbetta, era
ora, finalmente posso lasciare la statale, percorro la strada che gira intorno
a Corbetta, poi imbocco quella stradina circondata da campi che porta a
Cassinetta, dove c’è il lungo cascinale a destra è il momento di svoltare,
pochi chilometri e arrivo a Robecco.
Fabio mi apre, entro, il Bagigio e il duecento sono già lì
pronti, però noto che la viennebì è fuori dal garage…
Si parte in tre verso Vigevano, tutto regolare fino al
benzinaio, dove il nostro Dario è lì che ci attende, due chiacchiere e
scopriamo che non ci sarà nessun altro.
Fabio e Marco ne approfittano per rifornire i serbatoi, io e
Dario, mentre scambiamo due chiacchiere lavorative, siamo distratti da una
Vespa bianca e azzurra che passa: ma quello è Maurizio! Lo salutiamo. Lui
rallenta, si ferma, torna indietro, due chiacchiere, cosa fate? Dove andate? Un
giro in oltrepò, Ok mi aggrego!
Uh che bello: fa proprio piacere quando qualcuno si aggrega
e diventa del gruppo; non che Maurizio non lo sia, però ci si frequenta meno e
quindi oggi ci fa molto piacere.
Partiamo, siamo un bel gruppetto: cinque mezzi, cielo
limpido, che volere di più?
Si percorre l’inizio della strada che porta a Pavia, ma con
sorpresa, a Borgo San Siro, Dario svolta e giustamente tutti dietro. Una strada
nuova per me, si passa da Garlasco, poi zona Tromello, poi zona Sannazzaro ma
spetta un momento, io riconosco il paese e parte della strada, che storia: qua
ci ero passato con papà, quando abbiamo acquistato la stufa!
Il percorso non è esattamente uguale a quello che feci con
mio papà, sta di fatto che arriviamo comunque al ponte della Gerola, un ponte
in ferro che passa sopra il Po.
Ricordo questo ponte, disastrato, col porfido malmesso e
soprattutto uno scalino in fondo bello alto e difatti, passati i primi metri,
ecco il porfido scombinato, verso la fine del ponte rallento per bene, eh si:
c’è ancora il gradino, dove a suo tempo la stufa ha fatto un bel salto dentro
la Panda.
Si arriva ad incrociare la strada che da Casei Gerola porta
a Voghera, percorriamo proprio questa, era da tanto che non passavo di qui. Si
attraversa Voghera, poi direzione Rivanazzano, strada che ho percorso dietro
una Panda 4X4 bordeaux, che poi vi racconto.
Si esce da Riva, si prende per Godiasco, mi sembra di non
sentire nulla dietro, guardo lo specchio ma niente, riguardo allo specchio ma
niente, freccia destra e mi fermo, la Panda di cui prima, si ferma anche lei, il
conducente mi chiede dove sia il raduno ma quale raduno dico io, no no no, noi
siamo un gruppetto che va a farsi dei giri in conto proprio, il tale mi dice
che facciamo bene, mi dice inoltre che ha una Rally, una GS e recentemente ha
venduto una SS. Intanto Dario torna indietro, io, salutato il Pandista, rimetto
in moto e torno indietro, appena dentro a Rivanazzano ecco il gruppo sulla
sinistra.
Nulla di grave, un getto sporco ha dato noie alla viennebì,
una pulitina veloce e si riparte più felici di prima, tutti d’accordo sul
fermarci presto ad un benzinaio.
Appena fuori Riva, ci si ferma, io mi fermo direttamente di
fianco ad una colonnina, a spanne dovrebbe esserci poca miscela e in effetti,
una verifica al serbatoio e noto che ero li per entrare in riserva.
Finito il rifornimento, il nostro viaggio prosegue sulla
strada del Penice, non la percorriamo tutta, a Ponte Nizza svoltiamo a sinistra
in direzione Sant Alberto, qui inizia il percorso carino, curve, salite e
talvolta del brecciolino sul fondo stradale dal quale è bene stare attenti.
Arriviamo all’eremo, mizzega quanta gente, parcheggiamo
tutti, due chiacchiere e guarda te chi si vede, che sorpresa: Francesco e
Marina.
Poco dopo io e Dario insistiamo per il panino col salame,
Marina ci conduce in un posto, e che posto, dove ci forniscono tre taglieri di
coppa e salame, pane, gnocco fritto, acqua e vino.
La merenda è stata squisita, in aggiunta alla località e al cielo limpido ne fanno una gita strepitosa.
La merenda è stata squisita, in aggiunta alla località e al cielo limpido ne fanno una gita strepitosa.
Salutiamo Francesco e Marina, riprendiamo le Vespe ed è il
momento di rientrare.
Sarà che nel frattempo son passate un po’ di ore, l’aria si
è scaldata un po’, meno male, in effetti all’andata faceva freschino.
Percorso, per me noto: Godiasco, poi ci dirigiamo a
Rivanazzano, mamma che coda, per fortuna con la Vespa la evitiamo; poi
svoltiamo in direzione Montebello dove ci si ferma per un altro rifornimento,
si prosegue per Pavia, anche qui, poco prima del ponte del Po, c’è coda anche
qui, evitata tutta finché salutiamo Dario e Maurizio.
Io Fabio e Marco proseguiamo, abbiam da poco superato Pavia, siamo in una zona che si vede bene l’arco alpino, caspita riconosco le Grigne e pochi metri dopo vedo anche il Resegone, che impressione vederli da qua: li vedo più piccoli e data la distanza fanno meno contrasto col cielo, anche senza sapere dove fossi, capisco di essere ancora lontano da casa.
Io Fabio e Marco proseguiamo, abbiam da poco superato Pavia, siamo in una zona che si vede bene l’arco alpino, caspita riconosco le Grigne e pochi metri dopo vedo anche il Resegone, che impressione vederli da qua: li vedo più piccoli e data la distanza fanno meno contrasto col cielo, anche senza sapere dove fossi, capisco di essere ancora lontano da casa.
Salutati anche Fabio e Marco, proseguo, quando mi ritrovo
sulla strada circondata da campi, appena prima di Corbetta, riguardo le Alpi,
di nuovo le Grigne e il Resegone, stavolta fanno un pochino più contrasto,
indice che mi avvicino a casa.
La strada da Corbetta a casa è stata un delirio, ha iniziato
a soffiare forte il vento e tenere un’andatura rettilinea col Bagigio è stata
veramente un’impresa.
Giunto al ponte che separa Cornaredo da Lucernate, guardo il
sole, tra poco sfiorerà l’orizzonte, inizia a fare freddo, il vento continua a
soffiare, manca poco e non vedo l’ora di essere a casa.
Nel complesso una gita strepitosa, con pochi “ingredienti”
semplici:
cielo azzurrissimo, luoghi incantevoli, merenda con ottima
coppa, ottimo salame e non dimentichiamoci del gnocco fritto, Vespe e un gruppo
di “macina-chilometri”.
Ora qualche numero della gita: duecentotrentuno chilometri,
circa un pieno e mezzo di miscela, quattro Vespe e il mio Bagigio, quattro euro
spesi per la merenda.
Si ringraziano in ordine di incontro:
Fabio
Marco
Dario
Maurizio
Francesco
Marina
Eva e tutta l’osteria La Piola
Ma non è finita qui: c'è ancora qualche filmato:
Ingradienti semplici... il segreto di ogni buona ricetta VLT :-)
RispondiEliminaMa ci metti troppo a prepararti Peppo! e poi che dire... ancora peccato di non esserci stati...
Merenda strepitosa, come il resto della gita. Da ripetere!
RispondiEliminaPeppo tieni in caldo la cinepresa che quest'anno la facciamo fondere.
RispondiEliminaPresidente, quando sarà fusa ne compreremo un'altra! :D
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