15.08.2018 - Naret ed altri laghi

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Nivolet e Valle Antrona non vi bastano? In effetti, nemmeno a noi!
E così nel giorno di Ferragosto ci tuffiamo in una nuova avventura, nuovamente in alta quota! Destinazione, ancora una volta, la Svizzera. Un paese così ricco di paesaggi mozzafiato, che riserva piacevoli sorprese anche a poca distanza dal confine con l'Italia.
Il lago del Naret è la nostra meta: si tratta di un invaso artificiale, delimitato a valle da grandi due dighe ad arco; si trova al culmine della Valle Lavizzara, una delle valli laterali della Valle Maggia, una delle valli principali del Canton Ticino.


La Valle Lavizzara è a brevissima distanza - in linea d'aria - da zone che abbiamo già frequentato diverse volte: la Val Formazza ad Ovest, la Val Bedretto  a Nord (col passo della Novena) e la Valle Leventina ad Est. Quest'ultima ospita il tratto iniziale del corso del Ticino; si sviluppa parallelamente alla Valle Lavizzara, tuttavia le due valli non sono collegate se non all'altezza del Lago Maggiore, fra Locarno e Bellinzona. Il comune di Lavizzara è difatti confinante con quello di Airolo, che si trova ai piedi del San Gottardo, ma l'unico valico è esclusivamente pedonale (passo di Campolungo).
Consapevoli delle distanze e dei dislivelli, partiamo di buon mattino dall'afosa pianura; appuntamento a Trobaso (Verbania) con Luca e Laura, nostre insostituibili guide nel Verbano, che non ringrazierò mai a sufficienza.
Dopo una pausa colazione nella graziosa cornice di Cannobio, superiamo il confine fra il Bel Paese e la Svizzera; alle porte di Locarno ci avviamo verso la Valle Maggia, che attraversiamo sino all'abitato di Bignasco, dal quale si apre la Valle Lavizzara. Proseguiamo sino a Fusio, ultimo abitato della valle; qui beneficiamo dei servizi igienici pubblici, privilegio di chiaro stampo elvetico.
Qui Luca pensa bene - secondo usanze ormai consolidate - di sottrarre le chiavi dal bloccasterzo della mia Vespa (per fortuna non chiuso) e di... dimenticarsene. Così, terminata la sosta, lui riparte con le mie chiavi! Se non fosse per un escamotage che ovviamente non starò a descrivere qui, sarei rimasto appiedato...Ma per fortuna riesco a ripartire e a riprendere la salita, quando ritrovo proprio Luca, in discesa, pronto a restituirmi le chiavi. Lo smemorato di Verbania!


La salita prosegue. Incontriamo il primo di una lunga serie di laghi e laghetti. È il Sambuco, anch'esso artificiale, contenuto da un altro grande sbarramento ad arco. La strada che lo costeggia è stretta e tortuosa, ma al tempo stesso piacevolissima da percorrere: da essa si ammira questo bacino, di ragguardevoli dimensioni, dalle acque di un colore verde intenso.


Superato il Sambuco, ci attende un ulteriore significativo dislivello. Lungo la strada incontriamo anche numerose capre, che talora invadono la carreggiata. Con prudenza proseguiamo la salita, sino a giungere ad un laghetto naturale, il Lago di Sassolo, presso la cui riva decidiamo di sostare per il nostro pic-nic.


Da qui la salita prosegue. Incontriamo altri due piccoli bacini, il Lago Superiore ed il Lago Scuro; infine si presenta davanti a noi il primo dei due grandi sbarramenti del Naret. Essi sono entrambi carrabili: transitiamo sulla sommità delle due dighe, costeggiando il lago per alcune centinaia di metri. Siamo a oltre 2300 metri di quota. L'aria è fresca, il cielo è terso. Qua e là correnti d'aria sferzano l'erba. Abbiamo tempo per una passeggiata fra sentieri e rocce.


Da un luogo così, in un caldo Ferragosto, non si vorrebbe ripartire. Ma è necessario. Così nel pomeriggio inoltrato inizia il nostro rientro. Sulla medesima strada dell'andata, in direzione Locarno. Per tutti, tranne che per Flavio, che azzarda un'ulteriore variante attraverso le Centrovalli e la Valle Vigezzo, aproffitando dell'occasione per far visita ad un amico.
Per noi, invece, la tappa successiva è Verbania. Da qui il rientro a ritmo sostenuto, ché l'ora è tarda ed è pur sempre Ferragosto, beneficiando dell'autostrada A26. Che è pur sempre abbastanza panoramica. E si fa di necessità virtù. Come sempre. Del resto coi Leggendari divertimento ed avventura non mancano mai, men che meno a Ferragosto!











Commenti

  1. Proprio una stagione colma di giri e giretti :-)
    Marco grazie perché riesci a star dietro ad ogni cosa con pubblicazione di foto e parole!
    Che dire? La Svizzera, offre davvero paesaggi alpini meravigliosi… un bel Ferragosto in un posto speciale, a due passi dal cielo ;-)
    Se ci penso, ho ancora nitide le immagini di quel piccolo lago specchiato del nostro picnic… il cielo terso, le capre sulla via, il simpatico cagnolone e la breve passeggiata nel silenzio dei monti :-) E che buona la Rivella!

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  2. Cartoline dalla Svizzera dove osano le vespe.......

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