30.09.2018 - Raduno di Marzano

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Verso metà settimana più volte ho trovato chiamate del "nostro" Gio al cellulare.
Ho passato una tra le settimane peggiori in ambito lavoro: non avevo tempo, voglia e forze da dedicare al telefono.
Ci pensa Marco mandandomi un "zappino" con una locandina: è il raduno di Marzano.
Scelta difficile: da un lato vorrei riposare, dall'altro lato ho bisogno di svagarmi e passare mezza giornata diversa dalla solita routine.
Mi piacerebbe andare col pulmino che ahimè è in officina per fastidi alla frizione (probabile cilindretto), resta la Giardiniera, ferma da Pasqua, poco male, sabato un giretto per collaudarla, la spesa in un negozio di una importante catena di supermercati fa al caso nostro, così io e mia mamma si parte, pochi chilometri ma differenti dai soliti.
Per caricare no problem: la Giardiniera è incredibilmente grande.
Tutto regolare, una mezza spolverata, via i fiocchi dell'ultimo matrimonio, una gonfiatina alle gomme.


L'appuntamento è presso un parcheggio di Assago, non azzecco l'entrata al primo colpo ma pazienza, ogni 40 metri c'è una rotonda, comoda per tornare indietro.
Giungo sul posto con un quarto d'ora abbondante di anticipo, strano: in tangenziale non ho mai superato i 70, miseri 70, ma la sogliolina già urla e non me la sento di strapazzarla.
Un messaggio, una telefonata, tre telefonate perse, fatto sta che attendo in corsia 19.
Dopo un po' vedo arrivare una Delta HF ma non le do peso, peccato che abbassato il finestrino spunta Leo "Buongiorno""Buongiorno" la risposta.
Sarà il sonno, sarà la sorpresa, nemmeno mi accorgo che il passeggero fosse Fabio.
Due chiacchiere e sbuca "la Diàn": un Marben sportiveggiante parcheggia alla svelta.
Altre due chiacchiere e si parte, sono ultimo e col veicolo lento, la davanti Marben col poderoso boxer poco si cura della mia sogliolina e: tra binaschina e statale val Tidone la velocità di crociera è sugli 80.


Si arriva a Marzano, ci si posiziona nella solita piazza, la mia iscrizione è 30, senza perdere tempo ci preoccupiamo di fare colazione composta da un bignè ed un caffè.
C'è un po' di tutto: americanate, le noiose 500, una bella Topolino B, una C, una Coccinella a meno di metà vita: poco più di 400mila km, la solita Campagnola. Pian piano la piazza si riempie: A112, T2, Fulvia, qualche Alfa seria, X1/9 e finalmente una R4 rossa, è sicuramente il Gio e la R personalizzata della Manu, poco dopo anche due PX e... la Lambretta.


Un po' di chiacchiere, il freddo dei centauri finché si parte per il giro turistico: da un lato non ho proprio voglia di farmi il giro, tantomeno da solo. Sta di fatto che decido ugualmente di partire e con sorpresa Luca mi onora della sua presenza, il giro è particolarmente lento ma forse è meglio così, non che sia particolarmente interessante ma è pur sempre la caratteristica di questo raduno.
Durante il giro, Dario si affianca e ci dice che tra me e Luca riempiamo la 500, ma chi glielo dice che sotto di lui non si vede la Lambretta? :)
Altra caratteristica è giungere in una via chiusa dove non ci sono regole, molti danno spettacoli più o meno (o niente del tutto) apprezzati.


Chi da sfogo alla stalla di cavalli sotto al cofano. Chi si brucia le gomme in burnout mediocri. Chi tenta traversi poco riusciti, per giunta con un fastidiosissimo scalino sull'asfalto, ma noto che i conduttori non se ne curano.
Finalmente si riparte, questa volta col tetto aperto, così si pone fine a questa agonia e presto si mettono le gambe sotto al tavolo. Il pranzo non è male, direi abbondante, solo un po' lento ma pazienza: abbiamo il tempo di socializzare e divertirci.


Il momento premiazione è decisamente dominato dal Vespa Legend Team: Leo con la sua Delta, Dario con la sua Lambretta e Manu con la R per essere l'equipaggio femminile.
Il testo del pomeriggio, nel parco auto, lo passo spesso al telefono col lavoro, con la consapevolezza che prima di cena è meglio che faccia un salto per accomodare un paio di attività. Senza far tardi decido che sia meglio andare, saluto tutti, ringrazio tutti, decisamente mi mancava una domenica leggendaria e parto.




Per il primo tratto di strada tutto regolare poi trovo una mietitrebbia che incredibilmente mi ha preceduto per diversi chilometri, solo dove c'è la doppia corsia in zona Lacchiarella riesco a superare, ovviamente impegnando l'intera lunghezza della doppia corsia. Binasco, risaie con un sacco di aironi cenerini stupendi, Trezzano e poi l'ultimo walzer in tangenziale, questa volta a quasi 80! Però cavoli, compreso il portare nell'autorimessa la Giardiniera, ho impiegato ben 125 minuti.
Grazie a tutto il VLT.







Commenti

  1. Peppo ci sei mancato: in giro e sul blog :-)

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  2. Brava guidatrice Manu! e complimenti alla scatolina (auto del Peppo) coi due orsacchiotti ;-)

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  3. Siamo riusciti a riavere il Peppo con noi, e pure sul blog! Ci mancavi!
    Grazie a tutti per la bella giornata insieme!

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