28.05.2017 - Riso e Rose nel Monferrato

> Guarda la galleria fotografica


«Riso e Rose» è una manifestazione di ampio respiro, di carattere prevalentemente enogastronomico, che da diciassette anni si svolge su un ampio territorio, quello del Monferrato, coinvolgendo anche parte del Vercellese e delle campagne della Lomellina. Nell'arco di alcune settimane, numerose località propongono sagre, degustazioni, visite alle tante cantine.
In questa calda domenica di fine maggio, è il turno di Morano Po, località a nord di Casale, capoluogo del Monferrato; siamo, come si intuisce, sulle sponde del Po, ai piedi delle colline e non lontano dalle interminabili pianure del vercellese, con distese di risaie a perdita d'occhio.
Le Vespe ronzano sotto al sole caldissimo; ci ritroviamo alle undici e la calura è già forte, opprimente.
La strada è la solita per Casale e potrei dire che le nostre Vespe la conoscono a memoria. Arriviamo dopo mezzogiorno a Morano Po, paesino d'altri tempi che ci appare pressoché deserto. Solo due signore di una certa età lungo la strada principale, ad aspettare la corriera, e scambiano Giorgio per un loro conoscente. Aspetto da chiarire.


Il paese è deserto: per forza, sono tutti alla festa, che si tiene al di fuori, nelle campagne, presso la Grangia di Pobietto, complesso rurale a pochi chilometri di distanza.
Le «grange» sono una realtà tipica di queste campagne. Il termine «grangia» deriva dal latino «grangiarius», fienile; si tratta di grandi complessi di edifici, a vocazione agricola e di ampie dimensioni. Traggono origine delle imponenti opere di bonifica messe in atto dai monaci cistercensi e, per questo, realtà del tutto simili alle grange si ritrovano in tutta la pianura padana ed in ampie regioni della Francia. Le stesse cascine lombarde, sebbene talora di dimensioni più contenute, si ispirano a queste antiche realtà.


La Grangia di Pobietto, che oggi costituisce uno dei più begli esempi di queste realtà, ha origini molto antiche. La sua primitiva edificazione è ascritta al XII secolo, perciò questo ordinato insieme di edifici dalle forme semplici e razionali può vantare una storia davvero importante.
In origine fu assoggettata all'Abbazia di San Michele della Chiusa, meglio nota come Sacra di San Michele, opera monumentale che oggi è il simbolo stesso della Regione Piemonte; dopo breve tempo, Pobietto passò sotto al controllo dell'Abbazia di Lucedio, distante pochi chilometri. Come molte grandi tenute costruite e gestite da ordine monastici, col passare di secoli andò incontro alla secolarizzazione, ma per fortuna fu risparmiata dall'oblio; dal XIX secolo, sino ai nostri giorni, le architetture di Pobietto sono divenute di proprietà dell'Ospedale Maggiore di Vercelli. In tempi recenti, gli ambienti sono state recuperati e trovano impiego in eventi come quello di questa domenica.


Nell'ambito di «Riso e Rose», vi è organizzata una piccola festa contadina, con distribuzione della tipica «panissa» e con alcune mostre (mezzi agricoli, piccolo artigianato, ecc.).
L'ottima panissa, risotto tipico di queste terre, preparato con fagioli e salam d'la duja, è accompagnata da vino del Monferrato, salsiccia ed un dolce anch'esso a base di riso.
Pranziamo all'ombra di alberi secolari, testimoni silenziosi della vita di questa tenuta, del lavoro di contadini e di mondine; molto bella è la piccola mostra permanente incentrata sulla civiltà agricola, ricavata negli ambienti dei dormitori; molti gli oggetti recuperati e conservati, strumenti di ogni tipo e di ogni epoca, che raccontano di tempi nemmeno così remoti ma malinconicamente lontani.


Consumato l'ottimo pranzo, dopo una rapida passeggiata, ritorniamo ai nostri mezzi, con l'intenzione di fare un bel giro sulle colline; qualche chilometro di sterrato polveroso, per ritrovare infine l'asfalto, in direzione di Camino; iniziano le colline, riecco il Monferrato.


Camino, Cantavenna, Gabiano: strade dolci, collinari, perfette per una Vespa. A Gabiano ci fermiamo nei pressi del Castello, del quale visitiamo brevemente gli ambienti esterni.
Il caldo ci invita ad una sosta rinfrescante e così, percorso qualche chilometro, troviamo rinfresco presso un bar, scambiando quattro chiacchiere col gestore, appassionato Vespista.
Andiamo così verso l'ultima tappa di questo giro: le distillerie Mazzetti ad Altavilla, celebri per la produzione della grappa; è giorno d'apertura al pubblico ed infatti risultano piuttosto affollate; è possibile fare acquisti e riposarsi un poco presso il cortile, all'ombra degli alberi.


Ultimo capitolo di un bel giro, con un clima decisamente estivo: lo coroniamo con qualche ulteriore chilometro di curve, prima del passaggio per Casale. Un ultimo saluto a Terranova, pensando ad uno dei prossimi giri, meditato da mesi e che in qualche modo trova collegamento con quello di questa calda domenica di fine maggio. Chi vivrà vedrà.



Commenti

  1. Marco complimenti per l'Omerica stesura del racconto , sei il numero uno ,
    perciò a ogni gita continueremo a leggerti .

    RispondiElimina
  2. Assente giustificata... leggo con piacere! :-)

    RispondiElimina

Posta un commento

Cosa ne pensi? Inserisci un commento!

Post popolari in questo blog

7.08.2018 - Colle del Nivolet

Pollino ed il Verbano dall'alto